Ruanda: non razzismo, ma fame

Diamond è un biologo e fisiologo americano. E’ uno di quei pochi ma grandi scienziati americani che hanno una visione globale dell’umanità e della sua storia. Ha scritto un libro che che andrebbe studiato a scuola: è fondamentale nella cultura di ogni uomo Il libro è: ” Collasso”. Partendo dalla conoscenza dei motivi della fine di varie civiltà passate, descrive le nostre attuali difficoltà ed il pericolo -appunto – di un collasso globale.

Uno dei capitoli più drammatici riguarda il genocidio del Ruanda. I Tutsi – i famosi Watussi, gli altissimi negri della canzone di Vianello – furono nel 1994 sterminati dagli Hutu, una popolazione di neri molto più bassi. Comunemente si ritene che sia stato un orrendo episodio di razzismo. Non è così. Vediamo i fatti. Il Ruanda ed il confinante Burundi sono i paesi più sovraffollati dell’Africa. Nel 1950 in Ruanda vi erano 2 milioni di abitanti. Oggi ce ne sono più di 12 milioni. L’aumento di popolazione è dovuto al migliorare delle cure mediche e della organizzazione sociale. Non è dovuta al miglioramento delle tecniche industriali o agricole: sono in gran prevalenza piccoli agricoltori. I due paesi sono abitati da due gruppi etnici: gli Hutu (85%) ed i Tutsi, il restante 15%. Gli Hutu sono bassi e piccoli, di probabile origine bantù e sono prevalentemente contadini . I Tutsi sono alti e magri, di origine nilotica e sono pastori. Peraltro tutti e due parlano la stessa lingua e sono ampiamente mescolati. I Tutsi erano stati, dal regime coloniale belga, privilegiati: sembravano più bianchi degli Hutu. Avevano quindi più posti di comando e ed erano più ricchi degli Hutu. Quando, nel 1962, i due paesi ottennero l’indipendenza scoppiarono immediatamente una serie di guerre civili. Alla fine i Tutsi rimasero al comando nel Burundi, gli Hutu nel Ruanda. Nel 1994 il Governo Ruandese organizzò lo sterminio del circa 1 milione di Tutsi rimasti nel Ruanda. Nel giro di un mese furono ammazzate 800.000 persone. I Tutsi superstiti si organizzarono nel Burundi ed invasero il Ruanda riconquistando il potere. Però con maggiore umanità: sembra che ci siano stati solo 30.000 ammazzati. Sembra una guerra di razze. Ma non è così. I veri motivi sono illustrati da un interessantissimo studio fatto dal 1988 al 1993 nella più ricca regione del Ruanda: il Kanama, una terra dal suolo vulcanico molto fertile. Quando lo studio è cominciato la situazione era già deteriorata: vi erano 680 abitanti per km2. (in Italia ve ne sono 200) . Questo significava che l’appezzamento di terra di ogni famiglia era di 0,35 ettari. Tenete presente che in Italia si considerano necessari, per fare una vita decente, 5 ettari. E negli USA 16. Durante i 5 anni della ricerca la popolazione aumentò ancora e la situazione peggiorò ulteriormente. Considerando il terreno pro capite, si passò da 0,08 ettari a 0,057. Bastava un po’ di siccità o qualche malattia delle piante o qualche spesa extra (il matrimonio di un figlio, un funerale….) per mettere in difficoltà le famiglie più povere, costringendole a vendere parte della loro terra. Nei 5 anni la percentuale di tenute molto (anzi troppo) piccole passò dal 36% al 45% . Quelle grandi dal 5% all’8%. I ricchi diventarono più ricchi ed i poveri più poveri. La litigiosità aumentò a dismisura. La quantità di calorie per abitante era molto al di sotto di quello necessario per sopravvivere Era tutto pronto per una esplosione. Quando nel 1994 il governo, nel tentativo di dirottare la rabbia della popolazione, decretò lo sterminio dei Tutsi, fu ammazzata ca il 10% della popolazione. Ma non erano solo i Tutsi: nel Kanama, che era abitato solo dagli Hutu, i morti furono il 5%. Tutti i più ricchi. Ed in generale in tutto il paese furono uccisi tutte le persone di un certo livello economico. Non è stato un eccidio razziale. E’ stato un eccidio economico. Infatti dopo il bagno di sangue, la situazione economica era molto migliorata. Purtroppo l’uomo è una mala bestia: l’aumento di popolazione nel Ruanda ha continuato ad essere del 3% annuo. Fra qualche anno ci sarà un’altra strage. O tra di loro oppure perché invaderanno un altro paese e ne faranno fuori gli abitanti.

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