Introduzione

I pareri non solo sono discordi, ma totalmente opposti. Alcuni sostengono che la sovrappopolazione non è e non sarà mai un problema. Altri che nel giro di 30 anni l’umanità o si estinguerà o avrà un drammatico calo.

Dato che il fenomeno è comunque di estrema importanza per tutti noi e per i nostri figli e nipoti, è opportuno esaminarlo  con calma e obbiettività e senza credenze aprioristiche.

Di sovrappopolazione se ne è cominciato a parlare in questi ultimi 50 anni, quando è diventata di dominio comune l’anomalo fenomeno del sempre più accellerato accrescimento degli uomini .

sovrappopolazioneCome si vede dal sovrastante grafico l’umanità è sempre aumentata lentamente e in maniera naturale fino al 1750, quando ha cominciato ad accellerare la crescita.

Crescita che è diventata galoppante dopo il 1950.

Che questo possa costituire  un problema, nessuno lo può negare: la Terra è limitata e, ovviamente, può sostenere un numero limitato di esseri umani. Inoltre l’aumento della popolazione porta con se un aumento dell’inquinamento, un maggiore sfruttamento delle risorse naturali, un aumento dell’effetto serra e, sopratutto, una diminuzione della qualità media della vita.

Se partiamo dal presupposto che ogni uomo ha diritto ad una decente istruzione, ad un lavoro interessante, a cure mediche e sociali, a poter svolgere la sua vita in un ambiente naturale e ben equilibrato con gli altri abitanti del pianeta…beh. Siamo già probabilmente in una situazione critica.

E’ vero che molti osservano che una elevata concentrazione di esseri umani è richiesta dalla tecnologia moderna: per costruire un aeroplano occorre che qualche migliaio di persone viva nello stesso posto e lavori nella stessa fabbrica. Giustissimo. Ma per ottenere una buona efficienza industriale 500 milioni di persone bastano ed avanzano: basta concentrarne una certa parte in alcune zone ad alta industrializzazione. Il fondamentale problema della qualità della vita viene spesso minimizzato e ci si concentra semplicemente sulla quantità di persone che la Terra può fisicamente mantenere e la domanda è quindi , se possiamo lasciare libera o no la fecondità umana.

Vi sono sostanzialmente due punti di vista:

  • Coloro che osservano che la fertilità umana si sta abbassando e che si abbassa in relazione al benessere della popolazione: più la gente sta bene (e più è colta), meno figli fa. Quindi – dicono questi ottimisti – non vi è ragione di preoccuparsi. L’ umanità si assesterà tra breve ad un certo livello che sarà sicuramente accettabile per il Pianeta.
  • Gli altri sostengono invece che non è detto che questa stabilizzazione della crescita avvenga in tempo.

Può darsi che ci sia prima una collasso rapido e catastrofico dovuto all’esaurimento delle risorse del pianeta, ad una eccessivo inquinamento ed alla conseguente drastica diminuzione degli alimenti.

E’ difficile stabilire con sicurezza chi ha ragione. I dati di cui disponiamo sono spesso incerti. Chi può dire – ad esempio – quanto ossigeno producono le piante? Non sappiamo bene né quante piante ci siano sulla terra, né quale sia la loro efficienza nei termini della produzione di ossigeno.

Di conseguenza è difficile fare una stima di quanto potremo ancora deforestare per produrre nuovi alimenti, prima che si corra il rischio di morire tutti soffocati. Stessa cosa per i cambiamenti climatici.

Sono dovuti all’uomo o sono l’effetto dell’uscita dalla “Piccola Glaciazione” in cui siamo entrati nel 1.300 ?

Le variabili in gioco sono talmente numerose e complesse che è difficile riuscire a capire cosa ci sia alla base di quel fenomeno che indubbiamente c’è: l’aumento di temperatura della terra ed i conseguenti cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti.  Così come è sicuro che l’Ossigeno sta diminuendo e la concentrazione di CO2 sta aumentando come mai non era capitato negli ultimi 800.000 anni.  Quanto meno  è chiaro che la vegetazione non riesce più ad eliminare tutto il CO2 che produciamo.

Comunque il problema – come detto – non è quanti abitanti può mantenere la Terra, ma quanti abitanti possono vivere sulla Terra con una buona qualità di vita e inseriti, come lo siamo stati da quando l’uomo esiste, in un contesto naturale equilibrato, stabile e non eccessivamente inquinato. In definitiva questo sito vuole raccogliere il parere di tutti quanti hanno a cuore questo problema che ha già un così dirompente effetto sulle nostre vite e che si sentono o hanno voglia di partecipare a questa battaglia in cui forse è in gioco la sopravvivenza stessa della umanità e sicuramente la sua qualità di vita.

L’uomo non vive di solo pane – ha detto il Cristo – ma di ogni parola che scende dalla bocca di Dio.

E noi umilmente aggiungiamo: e anche di natura, di spazi verdi, di scuola, di cure mediche, di socialità in un ambiente sano in cui non stiamo tutti stretti l’uno all’altro come topi in una gigantesca cloaca.